Spettacoli

‘Let it be’, torna dopo 50 anni il film dell’addio dei Beatles

‘Let it be’, torna dopo 50 anni il film dell’addio dei Beatles

Dall’8 maggio su Disney+ il documentario restaurato di Michael Lindsay-Hogg. Uscì l’8 maggio 1970, un mese dopo l’annuncio dello scioglimento dei Fab Four. E vinse un Oscar

2 minuti di lettura

Quattro cornici vuote al posto delle immagini dei Fab Four nella copertina dell’album Let it be e, sotto, accanto al logo di Disney+, il messaggio che recitava: “La spiegazione arriverà”. Così Paul McCartney ha anticipato di 24 ore su Facebook la notizia del ritorno, l’8 maggio (nello stesso giorno di uscita dell’album), sulla piattaforma di streaming di Let it be, il documentario uscito nel 1970 e diretto da Michael Lindsay-Hogg.

Torna dunque disponibile, dopo più di 50 anni di assenza da cinema e tv, il Santo Graal dei Beatles in cui vengono raccontate le prove e la registrazione dei brani di Let it be, tra il 2 e il 31 gennaio 1969, un film in cui tra l’altro si vedono le immagini dell’ultimo concerto improvvisato, lo show sul tetto degli studi della Apple a Londra. Questa versione restaurata e digitalizzata non farà certamente rimpiangere i nastri Vhs usciti negli anni 80 e i laser disc in cui è stato finora possibile vedere il film, lontano per più di 50 anni dalle sale cinematografiche e dagli schermi delle tv.

Se il disco Let it be vinse il Grammy Award come miglior album, un anno dopo la sua uscita il film conquistò l’Oscar per la colonna sonora. Uscito nel maggio 1970 nel bel mezzo del vortice dello scioglimento dei Beatles, il documentario merita un posto d’onore nel contesto delle rivelazioni portate dalla docuserie The Beatles: Get back uscita sempre sulla piattaforma Disney+ nel 2021.

Ci sono infatti molte immagini che il film di Peter Jackson non contiene, a cominciare da quelle registrate alla fine del gennaio 1969 sul tetto londinese della Apple Corps al numero 3 di Savile Row, a conclusione delle registrazioni del loro ultimo album che verrà pubblicato l’8 maggio del 1970, un mese dopo quel 10 aprile nel quale il gruppo aveva ufficializzato il proprio scioglimento.

Il film era stato originariamente progettato come un documentario che avrebbe accompagnato la trasmissione di un concerto dei Beatles. Quando il progetto dello show in tv venne abbandonato, il documentario è diventato una produzione cinematografica. E anche se il film non si sofferma sugli screzi tra i membri del gruppo, alcune scene mettono in luce le dinamiche che avrebbero portato alla rottura.

Con il pieno accordo del regista Lindsay-Hogg, la Apple Corps si è rivolta alla Park Road Post Production di Peter Jackson per intraprendere un restauro del film del 1970 dal negativo originale su pellicola in 16 mm, con la completa rimasterizzazione del suono grazie alla stessa tecnologia utilizzata per la docuserie Get back.

Let it be era pronto per l’uscita tra l’ottobre e il novembre 1969”, ha ricordato Lindsay-Hogg, “ma non uscì fino al maggio del 1970. Un mese prima della sua uscita, i Beatles si sciolsero ufficialmente. E così la gente andò a vedere il film con la tristezza nel cuore, pensando: ‘Non vedrò mai più i Beatles insieme. Non avrò mai più quella gioia’, e questo ha certamente tolto al film molta della sua importanza. In effetti, quante volte capita di vedere lavorare insieme artisti di questa importanza per trasformare in canzoni ciò che sentono e pensano? Poi arrivi sul tetto, e vedi il loro entusiasmo, la sintonia e la gioia pura di suonare di nuovo insieme come gruppo e sai, come facciamo noi ora, che è stata l’ultima volta”.

Peter Jackson ha appreso con gioia la notizia del restauro del film: “Sono assolutamente entusiasta che il film di Michael Let it be sia stato restaurato e venga finalmente ripubblicato dopo essere stato indisponibile per decenni. Sono stato così fortunato ad avere accesso agli outtakes di Michael per Get back e ho sempre pensato che Let it be fosse necessario per completare la storia di Get back. Ora penso a tutto questo come a un’unica storia epica, finalmente completata dopo cinque decenni. I due progetti si sostengono e si migliorano a vicenda: Let it be è il climax di Get back, mentre Get back fornisce un contesto vitale mancante per Let it be”.

I commenti dei lettori