TBILISI – Ara rusul kanons, ki Evropas. Ogni giorno da un’intera settimana, centinaia di volte, da mattina a notte inoltrata, i georgiani scandiscono a perdifiato le stesse parole: “no alla legge russa, sì all’Europa”. E poi, tavisupleba, “libertà”, uno dei primi termini che impara chi passa un po’ di tempo in questa piccola Repubblica del Caucaso meridionale, stretta tra la Russia e la Turchia ma protesa sul mar Nero, attraverso cui vi giunsero Greci e Romani.
La Georgia in bilico tra Europa e Russia: la legge putiniana divide Parlamento e piazza
di Luna De BartoloA migliaia manifestano da giorni davanti al Parlamento per impedire l’approvazione della legge “sulle influenze straniera” che farebbe terra bruciata della società civile, com’è successo in Russia