Cronaca

Aborto, il Senato vota sì al decreto Pnrr, che diventa legge: via libera ai “Pro Vita” nei consultori. Svuotato anche il fondo per la messa in sicurezza degli ospedali
(ansa)

Aborto, il Senato vota sì al decreto Pnrr, che diventa legge: via libera ai “Pro Vita” nei consultori. Svuotato anche il fondo per la messa in sicurezza degli ospedali

Reazioni sdegnate della politica, a partire dai Pd e 5s, dopo le infuocate polemiche dei giorni scorsi

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Via libera alla norma che dà la possibilità alle Regioni di “avvalersi anche del coinvolgimento di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità” all’interno dei consultori. Il Senato ha votato la fiducia al decreto Pnrr, all’interno del quale c’era anche l’emendamento sull’aborto, fonte di grandissime polemiche nei giorni scorsi perché prelude all’ingresso dei Pro vita nelle strutture dove si fa il maggior numero di certificazioni per l’aborto (oltre il 40%).

Il provvedimento diventa legge

Il via libera del Senato è arrivato con 95 sì, 68 no e un astenuto: al Senato il voto di fiducia comporta anche il voto sull'intero provvedimento, che è stato approvato dalla Camera in prima lettura, e diventerà pertanto legge. Il sì del Senato preclude tutti gli ordini del giorno, non si procederà quindi alla votazione degli Odg presentati dal Pd e M5s sul diritto all'aborto.

“La maternità difficile dopo la nascita”

In poche righe si va oltre una previsione già indicata nella 194, la legge sull’interruzione di gravidanza, dove si parla della possibilità per i consultori di fare convenzioni con “idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita”. L'articolo ha provocato reazioni sdegnate da parte della politica, a partire da Pd e Cinquestelle, sindacati come la Cgil che oggi era in piazza davanti al Senato per protestare contro la misura, e anche di professionisti e associazioni.

La messa in sicurezza degli ospedali

Ma nel Pnrr sono entrati anche altri emendamenti su temi sanitari. Ha fatto molto arrabbiare le regioni quello che riguarda lo svuotamento del fondo per il Piano complementare destinato alla messa in sicurezza, dal punto di vista dell’antincendio e dell’antisismica, degli ospedali. Il governo ha detto che gli interventi potranno essere finanziati dal fondo previsto dal cosiddetto “articolo 20”, che finanzia l’edilizia sanitaria. Le Regioni hanno ribattuto che in quel fondo non c’è abbastanza denaro.

Il Green pass dell’Oms

Altro emendamento prevede l’eliminazione dei riferimenti all'adesione dell'Italia Green pass dell'Oms, che servirebbe ad affrontare eventuali nuove emergenze sanitarie. Lo strumento servirebbe anche l’obiettivo di aiutare il rilascio di certificazioni sanitarie digitali utilizzabili in tutti gli Stati. Alla destra, come noto, solo evocare il Green pass provoca nervosismo. Per questo è stata cancellata l’adesione a un progetto sposato dalla gran parte dei Paesi del mondo.

Le assunzioni nel sistema sanitario

Ci sono poi norme per le assunzioni nel sistema sanitario, in crisi di organico in molti settori specialistici. Si prolunga ad esempio la possibilità, fino al 31 dicembre 2026 di assumere con contratto a tempo determinato degli specializzandi in Medicina.

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