Cronaca

Medicina, primo sì alla riforma del numero chiuso. La selezione con gli esami dopo un semestre aperto a tutti

Medicina, primo sì alla riforma del numero chiuso. La selezione con gli esami dopo un semestre aperto a tutti
(ansa)

L’ok dal Comitato ristretto della Commissione istruzione di Palazzo Madama. Esulta la Lega, ancora criticità per il Pd. Contrario l’Ordine, delusi gli studenti

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Potrebbe essere l’inizio della fine del numero chiuso a Medicina così come lo abbiamo conosciuto a partire dal 1997 in qua. Il Comitato ristretto della Commissione Istruzione del Senato ha adottato praticamente all'unanimità il testo base per la riforma dell’accesso alla facoltà universitaria. Che in sostanza aprirà le porte a tutti gli aspiranti camici bianchi al primo semestre, vincolando l’iscrizione al secondo al superamento di tutti gli esami richiesti per raggiungere un numero di crediti formativi che il ministero dell’Università e della Ricerca, assieme alla media dei voti, dovrà stabilire.

A darne notizia è il presidente della Commissione, Roberto Marti, senatore della Lega, che esprime "molta soddisfazione per l'adozione del testo" con la "massima convergenza di tutte le forze politiche".

La palla passa ora alla Commissione di palazzo Madama, all’Aula e , infine, al governo. La ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini aveva già annunciato, lo scorso anno, un allargamento dei posti per far rientrare un maggior numero di studenti allo sbarramento di ingresso. E ora commenta: “Stiamo lavorando ad una riforma strutturata che superi il numero chiuso e punti all’eccellenza formativa e alla valorizzazione delle competenze. Siamo sulla buona strada. Sono davvero orgogliosa del percorso che anche il Parlamento ha avviato, all’insegna dell’ascolto, della massima collaborazione e dell’unità di intenti”.

Le novità

Ma cosa prevede il nuovo testo di riforma? Il quiz di ingresso iniziale viene abolito. Chiunque potrà iscriversi al primo semestre di studio in Medicina con lezioni di materie che potranno essere sia propedeutiche, come la fisica medica, sia professionalizzanti, come l’anatomia. Alla fine del primo semestre gli studenti dovranno sostenere gli esami dei corsi svolti e guadagnarsi dunque i relativi crediti formativi “secondo standard uniformi” tutti da definire. A quel punto rispunterà la graduatoria nazionale di merito per l’ammissione al secondo semestre di Medicina. Il testo prevede che “in coerenza con il fabbisogno di professionisti determinato dal sistema sanitario nazionale dovranno essere individuate le modalità per rendere sostenibile il numero complessivo di iscrizioni al secondo semestre anche attraverso il potenziamento delle capacità ricettive delle università, nel rispetto di standard innovativi relativi alla qualità della formazione”.

Chi non passa il test potrà seguire gli studi in area biomedica, sanitaria, farmaceutica, veterinaria, vedendosi riconosciuti i crediti sperando nei ripescaggio di giugno su posti vacanti o ritentando più avanti il test. Oppure cambiare facoltà.

Le criticità del Pd

L’eliminazione del numero chiuso è una storica battaglia delle organizzazioni studentesche. Anche il Pd, tramite Cecilia d’Elia, spiega che “ha condiviso la necessità del superamento delle modalità di accesso ai corsi di laurea di medicina e chirurgia”, ma sottolinea anche che “rimangono numerose criticità: questioni fondamentali, a partire dalla delega, troppo larga e vaga sugli aspetti che riguardano esattamente le nuove modalità di accesso, la definizione di una graduatoria nazionale dopo aver frequentato solo un semestre, e aver acquisito cfu senza che sia definito come e con quali criteri si compone la graduatoria”.

La Lega esulta

"L'odioso numero chiuso che abbiamo conosciuto negli ultimi 25 anni non ci sarà più – aggiunge il senatore Marti - Un impegno che la Lega aveva preso in campagna elettorale. Un mandato chiaro che ha rappresentato uno stimolo anche nella decisione di assumere l'incarico di presiedere la commissione".

"Offriremo così ai nostri ragazzi - prosegue il senatore - la possibilità di iscriversi liberamente alle facoltà di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria e di iniziare un percorso che gli permetterà di avere tempo e modo per orientarsi nel mondo universitario, che costituisce per ognuno una grande novità. Gli studenti avranno modo di verificare anche la propria vocazione e di dimostrare le competenze acquisite con lo studio delle discipline di base di questi corsi di laurea".

"Finalmente - conclude il presidente della Commissione Istruzione - non più una roulette russa: affidiamo al Governo una piena delega per restituire al Paese un sistema di buonsenso".

Esulta, sempre dalla Lega, il presidente del Veneto, Luca Zaia: “Era ora: i grandi chirurghi e i medici si selezionano durante l'iter degli studi e poi si confrontano in sala operatoria e in corsia. Non certo con un assurdo sbarramento iniziale con test a crocette. In Italia abbiamo una carenza di 50mila medici. Era davvero ora che arrivasse un cambio di passo”. Grande soddisfazione anche per Matteo Salvini: “Dalle parole ai fatti”.

Contrario l’Ordine

Nettamente contraria invece la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri: "Questa non è assolutamente una norma di buon senso: eliminare il numero chiuso a Medicina significa che fra 10 anni, il tempo necessario per formare un medico, avremo una pletora di laureati che non avranno possibilità di trovare un posto di lavoro come medici.Produrremo solo dei disoccupati", afferma il presidente Filippo Anelli. Anche l’Anaao, il maggior sindacato dei medici ospedalieri, è sul piede di guerra: “Questo è il colpo di grazia alla formazione medica, alla professione e soprattutto al sistema di cure pubblico”, sostiene il segretario Pierino Di Silverio che chiama già a una mobilitazione.

Per l’infettivologo Matteo Bassetti, invece, si tratta di una riforma “ben fatta. Mi pare molto meritocratico – afferma - il fatto di legare il passaggio al secondo anno al superamento degli esami. Chi dice che non c'è bisogno di medici non ha idea di quale sia la situazione attuale negli ospedali, servono ragazzi con vocazione per fare il chirurgo o lavorare nei pronto soccorso”.

Delusi gli studenti

Per l’Unione universitaria degli studenti "è un primo passo, ma siamo delusi dalle modalità scelte. La delega al Governo - commenta Federico Amalfa, responsabile numero chiuso dell'Udu - non chiarisce quali saranno gli investimenti in infrastrutture, didattica e diritto allo studio per consentire il superamento della programmazione degli accessi. E non sono stati modificati i criteri per l'istituzione dei numeri programmati locali e verrà comunque mantenuto un filtro agli accessi, solo che sarà differito rispetto all'immatricolazione". "Il numero chiuso a Medicina deve essere superato - aggiunge Alessia Conti, presidente del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari - ma questo è possibile solo con ingenti investimenti sul sistema universitario e sul sistema sanitario nazionale. Qualsiasi altra forma di numero aperto rischia di portare al collasso".

Invariati i test di quest’anno

Se si cambierà non sarà comunque da quest’anno: i test previsti per maggio e luglio resteranno invariati rispetto all’ultima formulazione stabilita propria dall’attuale ministra. Le prove si svolgeranno in presenza su un formato cartaceo; le domande saranno sessanta estratte da un'apposita banca dati pubblica composta da almeno 7mila quesiti. La riforma, se sarà varata, potrebbe partire dall’anno accademico 2025-2026, l’iter parlamentare è ancora lungo.

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