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Cittadinanza digitale

Il portafoglio digitale arriverà entro luglio. Come funziona IT Wallet e quali servizi offrirà

Il portafoglio digitale arriverà entro luglio. Come funziona IT Wallet e quali servizi offrirà
I tempi sono già stati decisi. Gli italiani entro il 2024 avranno un portafoglio digitale che conterrà i documenti: identità, patente, pagamenti, sanità. Tutto quello che si sa su IT Wallet 
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Un portafoglio digitale. Che, come un portafoglio, avrà dentro tutte le nostre informazioni: personali, finanziarie, quelle che riguardano la salute. E come un portafogli starà in tasca, o in borsa, non nella forma di un oggetto fisico ma di un’applicazione scaricata su uno smartphone. Si chiamerà IT Wallet (in inglese, portafogli). Verrà rilasciato entro il 2024, stando a quanto contenuto nel decreto Pnrr entrato in vigore a marzo. E sarà il luogo dove saranno racchiusi tutti i servizi previsti dalla cittadinanza digitale. IT Wallet si presenterà come una evoluzione dell’App ‘IO’, attiva dal 2020. Ma con una migliore fruibilità, la possibilità di integrare servizi offerti da aziende private e farlo in chiave europea, perché dovrà essere in grado di dialogare con l’Eudi Wallet, il portafoglio digitale dell’Unione europea. È l’ultimo miglio di un percorso della digitalizzazione dei servizi della Pa. Cominciato nel 2001 con Italia.it e il Portale del cittadino. Accelerato nel 2012 con Agenda digitale italiana, la nascita di Spid (il Sistema pubblico di identità digitale). Diventato necessario con la pandemia da Covid-19 quando app come ‘IO’ e altri portali sono diventati l’unico modo per accedere a servizi sanitari o fiscali. Percorso che si appresta a percorrere l’ultima tappa, quando in un’unica app confluirà tutta la vita digitale dei cittadini. Dai documenti di riconoscimento, a quelli che riguardano la nostra salute, ai pagamenti, a quelli professionali.

 

IT Wallet, il cronoprogramma

Secondo quanto apprende la nostra testata, i tempi di It Wallet sono già decisi. E si sta cercando di accelerare questo processo, diventato priorità del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alessio Butti. C’è un cronoprogramma. In tre tappe principali. Entro luglio 2024 ci sarà l’attivazione delle prime tre versioni digitali di Tessera sanitaria, Tessera europea assistenza malattia (TEAM), Patente e Carta europea della disabilità, all’inizio su App IO.  A partire da settembre, l’IT Wallet sarà messo a disposizione di una platea più ampia, su richiesta degli utenti. Entro dicembre 2024 ci sarà il lancio pubblico di IT Wallet, ufficialmente come aggiornamento della stessa App IO. Il nuovo accesso sarà fatto con Spid o Cie. Da lì in poi saranno gradualmente implementati i nuovi servizi. 

 

Come funzionerà It Wallet 

Il ‘Portafoglio digitale’ sarà pubblico entro l’anno. In un’unica applicazione si avrà la possibilità di gestire tutti i servizi della Pa. È progettato per essere il punto centrale per la gestione dell’identità digitale e per facilitare le interazioni con le Pa e aziende private. L’accesso avverrà tramite App IO (38 milioni di italiani la usano, 16 mila gli enti attivi, 305 mila i servizi disponibili). Di fatto l’IT Wallet è un’evoluzione di App io. Al primo rilascio dentro si avranno tessera sanitaria, patente di guida e carta europea della disabilità. In futuro anche carta di identità, titoli di studio, attestati.

Quando il portafoglio digitale sarà completo, ogni cittadino avrà al suo interno tutti i documenti necessari da mostrare ad esempio durante un controllo delle forze dell’ordine, o per accedere a servizi dove è richiesta l’identificazione (tutti in fase di costruzione, si va dal noleggio di un’auto alla prenotazione di un albergo). Obiettivo: niente più necessità di portarsi dietro documenti cartacei.

Tutto dovrebbe confluire nell’app: dai servizi legati all’identità, alla sanità, ai pagamenti digitali, fino a una serie di servizi collegati che dovrebbero nascere grazie all’accordo con aziende private, come società che offrono noleggi a prenotazioni di alberghi. Tutte ipotesi al momento. Ma la volontà è di fare del portafogli digitali uno strumento in grado di poter gestire buona parte delle attività online dei cittadini, in maniera sicura e rapida.

 

Strumenti di identità digitale: Spid e Cie

All’IT Wallet, così come all’App Io, si accederà tramite Spid e Cie. I due strumenti di identità digitale attivi in Italia. Le due chiavi di accesso ai servizi digitali della pubblica amministrazione. Spid è il ad oggi il più usato con 37,6 milioni di identità digitali registrate, 35 con Cie. Il 91% degli italiani che accede all’App IO lo fa tramite Spid, il resto con Cie. Percentuali che, si presume, saranno ereditate dall’It Wallet, anche se il governo sta spingendo molto sulla Cie, come dimostra la campagna promozionale lanciata dalla Presidenza del Consiglio.

L’autenticazione online è il modo per accedere ai servizi del portafogli digitale. Tutti i servizi che saranno integrati nel portafoglio digitale avranno bisogno di un’autenticazione per essere fruiti: pagamenti, rimborsi, prenotazioni. Eppure non tutti i dati contenuti nella nostra identità digitale saranno condivisi con terzi. Ad esempio, se si dovrà accedere a un servizio di prenotazione, con l’ente o la società che lo eroga saranno condivise solo le informazioni richieste: l’età o il domicilio, non per forza tutti i dati di riconoscimento. Nella nuova versione di app IO inoltre non è più necessario autenticarsi a ogni accesso. Basterà farlo una volta e il login durerà un anno. E se bisognerà dimostrare o confermare la propria identità basterà un’app sul telefono. Anche durante i controlli delle forze dell’ordine. 

 

Servizi di pagamento e bancari, il progetto 

Non c’è portafoglio senza soldi. E una parte fondamentale del portafoglio digitale sarà la possibilità di effettuare pagamenti. Nei confronti della Pa e dei privati. E l’infrastruttura di riferimento per i pagamenti della pubblica amministrazione è PagoPa. Dal 2016 ad oggi PagoPa ha elaborato 1,2 miliardi di transazioni, per un controvalore pari a 234 miliardi di euro per una media di 203 euro a pagamento. È integrata in App Io, quindi lo sarà in IT Wallet. Sul lato pagamenti ci sono molti cantieri aperti. E tutto parte da una struttura già consolidata con il meccanismo del Cashback, il rimborso di parte delle spese effettuate durante i mesi della pandemia.

Su App Io ci sono già registrate carte di credito e debito. Ora allo studio c’è la possibilità di integrare nell’app sistemi di pagamento come Bancomat, Postepay e Satispay. Di fatto aprendo ai privati la possibilità di integrarsi con il portafogli digitale. Si studia la possibilità di effettuare pagamenti tramite QR code e Nfc - pagamenti senza contatto, quelli generalmente fatti con lo smartphone. Di archiviare le carte di pagamento. Di visualizzare il saldo e le transazioni delle carte, la gestione di conti correnti o il pagamento di bonifici. Di chiedere prestiti o finanziamenti direttamente dall’app unica. Ipotesi. Tutte legate al tipo di servizi che le banche e gli istituti privati decideranno di integrare. 

 

 

Dati sanitari e prenotazioni delle visite 

Come per gli altri aspetti, anche il capitolo sanità è in evoluzione. Durante la pandemia da Covid-19 gli italiani hanno imparato a usare App IO per le certificazioni post vaccino o tampone: arrivavano lì. Nell’IT Wallet saranno raccolti tutti i servizi di sanità digitale finora erogati, altri se ne dovrebbero aggiungere nel tempo. Ci sarà la versione digitale della tessera sanitaria, che permetterà di accedere a servizi come prenotazioni di visite ed esami, ritiro referti, pagamento di ticket e consultazione del Fascicolo sanitario elettronico (Fse).

Il Fse è un archivio digitale che contiene la storia clinica di un paziente: referti di visite, esami, prescrizioni, vaccinazioni o piani terapeutici. Per integrare tutte queste funzioni ci vorrà tempo. Qui - da quanto si apprende - la questione è un po’ più complessa e lambisce aspetti legali che riguardano la privacy, tutt’ora in discussione con le autorità garanti. Si ipotizza che un po’ più là si potrebbero integrare nel portafoglio digitale anche servizi di telemedicina, come video consulti medici o specialistici. La riuscita di questo aspetto della cittadinanza digitale dipenderà molto da quanto la fruizione di questi servizi sarà resa facile. Soprattutto visto che a utilizzarla saranno soprattutto persone non più giovanissime.