Troppo controllo: è un ulteriore effetto collaterale delle nuove tecnologie. Genitori sempre più presenti, adolescenti sempre meno liberi di fare esperienze individuali, responsabilizzarsi, ma anche sbagliare, affrontarne le conseguenze e rimediare.
"Nonostante oggi si pensi che oggi i ragazzi siano liberi di esprimersi e fare esperienza, gli spazi di libertà sono molto diminuiti rispetto al passato. Tra chat, geolocalizzazione e altro il controllo è costante", commenta Alberto Rossetti, psicologo e psicoterapeuta che all'argomento ha dedicato il suo ultimo libro Viva la libertà. Gli adolescenti hanno bisogno di farne esperienza (San Paolo, 2023).
Vicari: “La dipendenza dai device è come quella dalle droghe”
"La diamo spesso per scontata, la libertà, ma più osservo quei ragazzi che siedono di fronte a me, nel mio studio, più ho l'impressione che non sia così, che non siano davvero liberi come ripetiamo loro - continua Rossetti nell'introduzione del suo libro -. Ma poi, liberi di fare cosa? Innanzi tutto di crescere, senza dover rispondere a qualche standard o aspettativa come vedremo nel primo capitolo; di esprimere poi la propria sofferenza senza dover sempre primeggiare (...), di consumare e condividere ciò che vogliono senza sentirsi in obbligo di doverlo fare per essere parte del sistema; di scegliere senza essere sempre controllati dagli adulti e assumendosi così le proprie responsabilità, merce rara, rarissima di questi tempi. Senza libertà, inutile girarci troppo attorno, non c'è vita e molte delle difficoltà dei ragazzi, definiti in maniera curiosa da una parte resilienti e dall'altra fragili, partono proprio da questa mancanza di libertà e in particolare dall'incapacità degli adulti nel definirne i limiti e dunque le possibilità".
Jonathan Haidt: "Una generazione ansiosa per colpa di smartphone e genitori iperprotettivi"
Pensiamo a quando un adolescente degli anni '90 usciva e faceva tardi. Doveva correre forse. Doveva telefonare e avvisare, responsabilizzandosi. Oppure arrivava in ritardo e doveva necessariamente affrontare i genitori, dare spiegazioni e affrontare le conseguenze. "Oggi un genitore geolocalizza il ragazzo, vede che è a casa dell'amico e non deve nemmeno cercarlo - continua lo psicoterapeuta -. Tranquillizzante per i genitori, forse ormai considerato normale o 'comodo' anche da ragazze e ragazzi".
È essenziale riconoscere che i ragazzi hanno bisogno di limiti per la propria sicurezza e crescita, ma un controllo eccessivo può diventare pericoloso. Durante l'adolescenza, in particolare, è importante concedere spazio per l'esplorazione e l'apprendimento dall'esperienza. Ad esempio, consentire ai ragazzi di muoversi autonomamente online o di fare esperienze al di fuori del controllo genitoriale aiuta a favorire lo sviluppo dell'autonomia e della responsabilità.
La differenza tra supervisione e controllo diventa cruciale in questo contesto. "Geolocalizzare i ragazzi mentre si trovano fuori casa o monitorare i loro messaggi può trasmettere un senso di insicurezza anziché promuovere l'autonomia - continua Rossetti -. Invece di creare un ambiente di costante sorveglianza, è importante permettere ai ragazzi di sperimentare la propria autonomia e responsabilità gradualmente, affrontando le conseguenze delle proprie scelte".
"Prevenzione, ricerca e supporto: i 3 pilastri contro il cyberbullismo"
L'eccesso di controllo può anche influenzare negativamente anche la relazione tra genitori e figli. Quando i genitori decidono tutto senza coinvolgere i ragazzi, questi ultimi si trovano con decisioni già prese per loro, minando il senso di autodeterminazione e identità. È fondamentale favorire un dialogo aperto e inclusivo, permettendo ai ragazzi di esprimere le proprie opinioni e assumere un ruolo attivo nelle decisioni che li riguardano. Inoltre, l'eccesso di controllo può contribuire all'ansia nei ragazzi, poiché li espongono a aspettative elevate e pressioni costanti. "È importante riconoscere che lasciare andare parte del controllo non significa perdere il legame con i propri figli, ma piuttosto permette loro di sviluppare fiducia in sé stessi e competenze nell'affrontare le sfide della vita", consiglia lo psicologo e aggiunge: "Affrontare questa problematica richiede un cambio di prospettiva da parte dei genitori, che devono essere disposti a rinunciare a una parte del controllo in favore dell'autonomia e della responsabilità dei propri figli. Solo così sarà possibile promuovere una sana e armoniosa crescita individuale".
Il caso registro elettronico
Il registro elettronico, strumento sempre più diffuso nelle scuole, può rappresentare un'opportunità, ma è anche un'arma a doppio taglio. "È stato introdotto e l'abbiamo normalizzato senza sapere come gestirlo - spiega Rossetti -. Anche qui l'adolescente perde quella parte di responsabilità di comunicare i risultati ai genitori, decidere di prendersi il rischio di non comunicare un brutto voto e rimediarlo, per esempio dire 'mamma, ho preso 3' è uno spazio di responsabilità, che fa crescere, che fa fare esperienza di coraggio, lascia spazio alla relazione e alla comunicazione".
E se i videogame facessero bene?
I registri elettronici, però, sono ormai una realtà, come gestirli?
"Le famiglie possono usarlo in maniera più critica, non controllandolo di continuo e chiedendo ai ragazzi di raccontare - conclude l'esperto -. Le scuole e i genitori hanno la possibilità di personalizzare l'utilizzo del registro elettronico, ad esempio scegliendo di non ricevere notifiche o eliminando le medie. Alcuni docenti stanno persino cercando di ridurre l'importanza attribuita al voto, incoraggiando una valutazione più globale delle competenze acquisite dagli studenti. Coinvolgere gli studenti nella gestione e nella riflessione sui propri risultati scolastici può favorire lo sviluppo di competenze di autonomia, responsabilità e comunicazione, contribuendo così al loro processo di crescita e formazione".