Concertone del Primo maggio, tutte le polemiche dal 1991 a oggi

diFranco Stefanoni

Elio e le storie tese, Litfiba, Daniele Silvestri, Fabri Fibra, Andrea Rivera, Sfera Ebbasta, Fedez e, per ultimo, il fisico Carlo Rovelli. La serie di attacchi politici a governi, esponenti di partito, Vaticano, Rai

Concertone del Primo maggio, tutte le polemiche dal 1991 a oggi

Carlo Rovelli

Concertone del Primo maggio nella stagione in Italia del primo governo di centrodestra (dove la destra pesa di più del centro) potrebbe alzare la probabilità di scintille dal palco di Roma. Cantanti e artisti già in passato hanno fatto scoppiare bufere politiche a causa di frasi di canzoni o invettive contro governi, esponenti di partito, Vaticano, la stessa Rai che trasmette in diretta l’evento musicale. Vediamole.

L'intervento del fisico Carlo Rovelli nel 2023

Lo scorso anno, il fisico Carlo Rovelli si è schierato contro la guerra in Ucraina nel suo intervento al Concertone del Primo Maggio: «Stiamo andando verso una guerra che cresce e, invece di cercare soluzioni, i Paesi si sfidano, invadono, soffiano sul fuoco della guerra e la tensione internazionale non è mai stata così alta come adesso». Senza nominarlo, il divulgatore scientifico prende di mira anche il ministro della Difesa Guido Crosetto: «In Italia, il ministro della Difesa è stato vicinissimo a una delle più grandi fabbriche di armi nel mondo, Leonardo. Il mondo non è dei signori della guerra, il mondo è vostro».

Le altre polemiche, dal 1991

Nel 1991, quando in concertone è alla sua seconda edizione, è il gruppo milanese Elio e le storie tese a far gridare allo scandalo. Mentre intonano un classico, «Cassonetto differenziato per il frutto del peccato», s’interrompono e suonano una versione rivista nel testo di «Cara ti amo». Elio annuncia «un depistaggio per i funzionari della Rai» e nella famosissima canzone inserisce i nomi di politici di allora (da Giulio Andreotti a Francesco Cossiga al presidente della Rai Enrico Manca). Il servizio d’ordine interrompe lo show e, sul palco, per coprire l’inconveniente, il giornalista Vincenzo Mollica sale per intervistare Ricky Gianco.

Nel 1993 è la volta dei Litfiba. Piero Pelù attacca il Papa, Giovanni Paolo II, contestando le idee della Chiesa cattolica sull’uso del preservativo e sull’aborto. Sono anni in cui l’Hiv provoca ancora molte morti e il leader del gruppo rock chiede al pubblico: «Come mai il Papa parla sempre di sesso? Perché? Lui, non dovrebbe essere metafisico?».

Nel 2003 Daniele Silvestri attacca invece Silvio Berlusconi, allora presidente del Consiglio, sul tema della giustizia. «Se c’è una guerra di cui vorrei parlare», dice dal palco il cantautore romano, «è quella che il nostro governo sta dichiarando in questo momento alla magistratura italiana». Scoppia la tempesta politica e il video di Silvestri viene tolto da Youtube. L’anno successivo, all’edizione 2004 del concertone, per evitare altri casi simili la Rai manda in onda l’evento musicale del Primo maggio con una differita di 20 minuti.

Nel 2007 a sollevare un polverone è Andrea Rivera, uno dei presentatori del concertone, che attacca il Vaticano per non aver concesso i funerali a Piergiorgio Welby (accompagnato alla morte in una clinica svizzera), ma di averlo fatto con il dittatore cileno Augusto Pinochet e quello spagnolo Francisco Franco.

Sei anni dopo, nel 2013, il timore è che parole forti possano essere dette o cantate da Fabri Fibra. I testi dei suoi brani vengono ritenuti inidonei dall’associazione Dire (Donne in rete contro la violenza), perché «sessisti e misogini». Qui dunque si preferisce prevenire e il rapper, a due settimane dall’evento, viene depennato dalla liste dei partecipanti.

Passa un anno e, nel 2014, è ancora Piero Pelù a tenere banco. A ridosso delle elezioni europee a finire nel suo mirino è il premier pd Matteo Renzi, che definisce: «Il non eletto, ovverossia il boy scout di Licio Gelli (capo della loggia massonica deviata P2, ndr)». Renzi lo denuncerà e Pelù dovrà risarcirlo con 20 mila euro.

Le polemiche nel 2018 si concentrano invece sul rapper Sfera Ebbasta che in piazza San Giovanni si esibisce indossando due Rolex . Ritenuto da molti inappropriato e accusato di dare uno schiaffo ai lavoratori, lui replicherà: «Se basta un outfit Gucci in diretta tv per rovinarvi la serata, vuol dire che avete un problema molto più grosso da risolvere».

Il Primo maggio 2021 è la Lega a essere presa di mira. A pensarci è l’ospite Fedez, all’attacco contro il senatore del Carroccio Andrea Ostellari, protagonista in quel periodo della contrapposizione al disegno di legge Zan sulla omontransfobia. Le parole del rapper milanese arrivano dopo ore di polemiche. Fedez attribuisce infatti alla Rai un tentativo di censura (seguiranno diffusione di telefonate e querele per diffamazione). Dopodiché, quel giorno dal palco, Fedez elenca una serie di affermazioni della Lega sul tema dell’uguaglianza di genere, con nomi e cognomi. «Ho dovuto lottare un pochino», dice, «ma alla fine mi hanno dato il permesso di esibirmi liberamente. Mi assumo tutta la responsabilità di ciò che dico e faccio».

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1 maggio 2024