Il no alle armi e le frasi su Israele Tarquinio in tv e mezzo Pd trema

diTommaso Labate

Il giornalista candidato: Elly conosceva le mie idee, le battaglie si combattono anche da dentro

ROMA Tutte le volte che apre bocca mezzo Pd trattiene il fiato, quando lo vedono spuntare in tv c’è qualcuno tra i big del Nazareno che inizia a tremare, le sue posizioni sull’Ucraina vengono considerate fuori linea, quelle su Israele quantomeno eterodosse. E, come se tutto questo non fosse sufficiente, adesso ci si mette anche qualche suo ex vicedirettore ai tempi di Avvenire , che l’ha anonimamente consegnato al Giornale di ieri col soprannome «Tarquinio il superfluo». Alt, intima con il sorriso lui, «questa cosa mi fa sorridere. Superfluo io? Passavo al giornale sedici ore al giorno. E, appena chiusa l’edizione quotidiana, andavo avanti a leggere le lettere che arrivavano da tutta Italia. Approfondimenti poi diventati temi nazionali come il dramma della Terra dei fuochi partivano da questo lavoro qua…».

Marco Tarquinio, fresco di candidatura da indipendente delle liste del Pd alle Europee, ha iniziato a girare per il Centro Italia a caccia di preferenze. Le malelingue sostengono che stia alla vecchia guardia dei Democratici come Vannacci ai colonnelli della Lega, ingombrante assai, anche se il paragone ontologicamente non regge visto che il secondo è un generale delle forze armate mentre il primo cancellerebbe tutte le armi dalla faccia della Terra. L’altro ieri ha messo a verbale che quella di Israele a Gaza è «pulizia etnica». «Sì», aggiunge lui, «però ho l’impressione che non stiano ad ascoltare tutto quel che dico. Qualcuno si è preso la briga, per esempio, di andare a sentire quello che ho detto della società civile israeliana o si sono fermati ai titoli?».

Il tema principale è uno: Schlein gli ha chiesto o meno di moderarsi, di mordersi la lingua, di contare fino a dieci prima di dichiarare? Risposta in due lettere: no. Risposta estesa, dalla viva voce del diretto interessato: «La segretaria Schlein mi ha contattato la prima volta ad agosto scorso. Quando mi ha chiamato, ovviamente, sapeva perfettamente della mia posizione sulla guerra in generale e sull’Ucraina in particolare, sul fatto che stiamo riarmando dei paesi nazionalisti a un centimetro dai confini dell’Unione europea, su quanto consideri pericolosissimo questo ritorno generalizzato agli armamenti di cui parla anche Borrell…». Pausa: lo sa che l’Alto rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri è un socialista e che lei, se venisse eletto, andrebbe nel suo stesso gruppo? «Certo che lo so. Ma le battaglie sui principi sono fatte per combattersi fuori ma anche dentro, in questo caso dentro il gruppo socialista. E comunque, tornando a Schlein, mai mi ha detto “non dire questa cosa o quell’altra”, mai mi ha chiesto di non esprimere quelle che da sempre sono le mie idee…».

Già, le idee. Se c’è un tarlo che tormenta Tarquinio, quello è il venire considerato «una sorta di estremista omofobo di destra per le mie posizioni sui matrimoni omosessuali e una sorta di estremista pacifista di sinistra per le mie posizioni sulla guerra. Una semplificazione che disturba, confonde, genera falsità su falsità. La senatrice Cirinnà mi accusò di essere contrario alla possibilità dei dare ai figli il cognome della mamma, per esempio. Evidentemente non sapeva che nella mia famiglia non solo non siamo contrari ma lo usiamo anche: i miei nipoti hanno anche il cognome della mamma, mia figlia».

Non si è pentito di aver accettato l’offerta di presentarsi alle elezioni col Pd, al contrario, «dell’andare in giro mi piace il contatto con le gente che ti parla, ti segue, ti scrive». Dovesse capitargli prima o poi una pulsantiera accesa col voto da esprimere sulle armi all’Ucraina o a Israele, sa già come comportarsi e verosimilmente sarà in dissenso dal gruppo. Spina nel fianco senz’altro, forse dannoso per la compattezza del partito ma no, «Tarquinio il superfluo mai».

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30 aprile 2024