Le pagelle del concerto del Primo Maggio: Ariete e la chitarra scordata sui Pixies (voto 4,5), il rave liberatorio di Cosmo (voto 9)

Il concertone (qui la scaletta) si apre all'insegna della pioggia battente e dei problemi tecnici. Ermal Meta, al debutto da conduttore, non perde il sorriso e improvvisa: «Io vi suono una canzone, mi sa che la chitarra acustica è l'unica cosa che funziona». La sua «Hallelujah» fa il miracolo: pare che esca il sole. Avere una rock band è il suo sogno fin da bambina, ma il battesimo di Giusy Ferreri come frontwoman dei Bloom non è dei migliori: entra nella sua «dark era» tra note (troppo) basse, stonature e poca amalgama di gruppo. Come per il meteo, speriamo migliori. Più che per lui, il voto è per l'autotune: si sente solo quello. Prima della loro esibizione gli Ex-Otago portano sul palco Elisa, ragazza transgender che parla di un tema tanto urgente quanto invisibile, cioè la difficoltà delle persone trans a inserirsi nel mondo del lavoro, con un tasso di disoccupazione doppio rispetto alle persone cis, discriminazioni e costi molto alti per il percorso di transizione. «Qualunque pelle tu abiti non tradirti mai», conclude Elisa. L'audio un po' li penalizza, peccato perché la proposta musicale dei Santi Francesi è sempre di ottimo livello. «Erano 10 anni che volevamo salire su questo palco - dice il frontman Alessandro De Santis - e voi che siete qua oggi siete dei fighi della madonna». Ma, come ci ricorda BigMama, anche loro non scherzano: «Sono dei boni», li presenta. Che ci fa Leo Gassmann a petto nudo con un Pikachu in testa? «È già pronto per la doccia, con la cuffietta», dice BigMama. Energia ed entusiasmo, comunque, non gli mancano e quando chiama la mamma a ballare con lui sul palco, il pubblico si scioglie Adesso sì che si suona sul serio. A portare il rock sul palco del Concertone ci pensa Motta (con Roberta Sammarelli dei Verdena al basso) che guarda in fondo al mare di ombrelli e cita Nada: «Mi ha detto "suona per quelli che sono all'ultima fila", quindi questa è per voi» È lei la mattatrice di questo Primo Maggio: BigMama tiene su il palco sia quando presenta sia quando si esibisce. Da conduttrice sfodera un mix di simpatia e auto-ironia che salva ogni situazione. Da performer ribadisce tutto l'empowerment della sua musica: «Dovete ricordare che il fallimento è qualcosa di prezioso - dice -. Io lo chiamo desiderio di rivalsa ed è la cosa più bella che ho. Sapete quanti video ho fatto che hanno visto in quattro gatti, quanti concerti davanti a 15 persone, quanti contest ho perso. E ancora fallirò, anche se spero non troppo. Credere nei propri sogni salva». A Giuliano Sangiorgi e co. va il compito di riaprire le danze dopo la pausa-tg del Concertone, ma i Negramaro ne hanno macinati di palchi e ci mettono un secondo a scaldare l'atmosfera. Sangiorgi, tra un brano e l'altro, urla ripetutamente il suo appello: «Pace! Pace! Pace!», «Buona pace e buona libertà!» Impresa ardua per Rosa Linn che in Italia è conosciuta solo per la hit «Snap» (presentata all'Eurovision 2022, rifatta in duetto con Alfa e diventata virale su TikTok): la cantautrice armena, in mezzo ai big della serata, senza band, ma solo con le basi, sembra un po' un pesce fuor d'acqua Potenza vocale scomposta al servizio di luoghi comuni per Rose Villain che canta su basi e fa notare «quanto bisogno di unione c'è in questo momento». La parte registrata di Guè in «Come un tuono», per un'artista con le sue ambizioni, non si può sentire. Teatrali e potenti, tutti vestiti di bianco, sanno come domare il palco, con tanto di frontwoman - Veronica Lucchesi - piumata a mo' di angelo (o colomba?). Con una voce e un carisma come i suoi, anche il rossetto sbavato sul mento diventa parte dello show L'etologa britannica è un mito vivente. A 90 anni sale sul palco con una scimmietta di peluche in braccio e fa sentire il canto dello scimpanzé. Poi racconta cosa ha imparato dagli animali e invita a credere nel futuro: «Non è vero che non c’è nulla che potete fare per il vostro futuro», dice ai ragazzi. «Ci vorrebbero più Jane Goodall», commenta, a ragione, Ermal Meta. Il pubblico lo ama, lui ricambia: «È sempre bello tornare a casa», dice Achille Lauro. Che durante il suo set legge alcuni articoli della Dichiarazione universale dei diritti umani e chiede anche di mettere via i cellulari, così «domani lo raccontate»: applauso. Chi non ha ancora capito la portata del fenomeno-Geolier può vedere quanto ha cantato con lui, parola per parola, il pubblico del Circo Massimo (a Roma e non a Napoli), non solo sul brano sanremese. Il rapper napoletano ne approfitta per fare un discorso sulla diseguaglianza, con chiosa prevedibilmente campanilista: «Una voce va a tutte le persone trattate in modo diverso sul lavoro per luogo di provenienza o colore della pelle, una voce va a tutte quelle persone maltrattate nelle carceri, a tutte le persone che non hanno niente, a tutte le troppe donne che ancora subiscono. Siamo tutti uguali. Viva l'Italia, viva Roma, viva la mia città che mi fa da madre e da padre». Colapesce e Dimartino che intonano «Ragazzo di destra» dicendo «vogliamo cantarvi una canzone che parla dell’Italia di oggi» sono quello di cui il palco del Primo Maggio aveva bisogno. Dopo l'appello di Ermal Meta e Noemi, si aggiunge anche la voce di Tananai a difesa del rapper iraniano Toomaj Salehi condannato a morte: «Tango», sempre struggente, è dedicata a lui. Mahmood riesce ad arroventare l'atmosfera anche vestito da finto impiegato, in abito grigio e cravatta verde. Su «Tuta Gold» il pubblico del Circo Massimo esplode La chitarra su «Where is My Mind» dei Pixies è scordata (per sua stessa ammissione), ma anche la voce non è mai precisa. Per il ritorno di Ariete, che al concertone ha presentato il nuovo singolo «Ossa rotte», serve una performance più convincente. Tutti pazzi per Ultimo: il Circo Massimo è in delirio e lui non si risparmia, con un'esibizione ineccepibile (fatto salvo per la canotta col suo nome, un tantino autoreferenziale?) «Mamma Rai è un lavoratore speciale, lavora sia per sé che per la concorrenza e quindi il Concertone, che va benissimo negli ascolti, l'anno prossimo sarà sul canale Nove». Dargen D'Amico scherza, ma intanto affonda il dito nella piaga. E mentre i talenti fuggono dalla Rai, lui invita i ricercatori italiani a non fuggire all'estero: «Rimanete qui, diamoci una seconda possibilità» Come conduttrice non è parsa perfettamente a suo agio, ma dopo la tortuosa maratona Noemi torna nel suo elemento e finalmente canta. Cosmo inizia tranquillo, dicendo di voler «solo» fare ballare la gente, ma poi la sua discoteca si trasforma in un vero e proprio rave, libero e liberatorio, fuori da ogni censura e inibizione, fra bandiera palestinese, poliziotta sexy con manganello che rimane a seno nudo, pizza mangiata sul palco. «Ma che hai combinato?», gli dicono i conduttori (e si chiedono tutti). Gran finale rock con Piero Pelù ormai fuori tempo massimo, tanto che la sua esibizione in tv viene tagliata per i saluti finali dei conduttori. Contro le «fottutissime guerre, le fake news e i diritti negati l'unica soluzione è essere cittadini informati, consapevoli e uniti. Soprattutto nel pogo», dice.

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Le pagelle del concerto del Primo Maggio: Ariete e la chitarra scordata sui Pixies (voto 4,5), il rave liberatorio di Cosmo (voto 9)

Ermal Meta, voto 8

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