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I meloniani di Atreju contro Repubblica: "Fateli piangere, votate Giorgia". Molinari: "Rispondono le nostre inchieste"

I meloniani di Atreju contro Repubblica: "Fateli piangere, votate Giorgia". Molinari: "Rispondono le nostre inchieste"

La campagna social dei giovani di FdI prende di mira l’informazione e si scaglia contro la nostra redazione. Card anche contro Littizzetto, Gruber e Saviano. Il comunicato del Cdr e la solidarietà dell’Usigrai

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“Fai piangere la redazione di Repubblica. Scrivi Giorgia”. Ecco la campagna elettorale di Fratelli d’Italia. Votare Meloni per “far piangere” i giornalisti di un quotidiano considerato ostile. L’invito è sbandierato sul profilo social di Atreju, la festa dei giovani di FdI che un tempo era la leader in persona a organizzare. E il claim fa parte di una campagna con cui il partito che guida il governo prende di mira l’informazione, scagliandosi contro tutta la stampa “non amica”.

Il post contro il nostro giornale è comparso il 6 maggio, raccogliendo 465 ‘mi piace’ tra i follower meloniani. “Dai, su. Fatevi forza”, li incita la didascalia della foto. I commenti sono 16, tra il divertito e l’arrabbiato (“Devono sparire dal mondo”, scrive un utente), tra di loro un paio di persone che criticano l’iniziativa.

"Fateli piangere”? Il direttore di Repubblica Maurizio Molinari, interpellato al web talk del gruppo Gedi, Metropolis, risponde così: “Ci dispiace molto per l’account di Atreju che dice di far piangere Repubblica per votare Giorgia ma in realtà forse le indagini e il lavoro di Repubblica faranno piangere Giorgia”. Il riferimento di Molinari è in particolare all’inchiesta in Liguria che ha portato all’arresto del governatore Giovanni Toti: “Un campanello d’allarme su più fronti: i giornali devono vigilare, perché il compito della libera informazione è questa. Abbiamo un fronte aperto sulla corruzione nella vita pubblica che non pensavamo di avere in queste dimensioni".

Metropolis/555 Molinari: "Leggete Repubblica, fate piangere Giorgia"

La risposta del Cdr di Repubblica

Interviene anche il Comitato di redazione di Repubblica con un comunicato. "’Fai piangere la redazione di Repubblica, scrivi Giorgia’", recita il meme social di Atreju, l'account della festa di Fratelli d'Italia. A Fdi e alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni la comunità delle giornaliste e dei giornalisti di Repubblica non risponde coi meme, avendo noi la capacità di articolare delle frasi di senso compiuto. Faremo parlare però il nostro giornalismo, che con ogni evidenza crea diversi scompensi a chi oggi governa il Paese sognando di comandarlo – scrive il Cdr di Repubblica – Sbaglia chi pensa di poter piegare Repubblica con i cari vecchi metodi di un passato che ha ricoperto di vergogna e distrutto l'Italia: la storia insegna che ogni modello autoritario, presto o tardi, è destinato alla rovina. Nessuno di noi è disposto a farsi intimidire e nel fare informazione la nostra rotta - ieri come oggi e domani - sarà sempre la stessa. A partire da un antifascismo senza retorica ma di sostanza, cioè più diritti sociali e civili per tutte e per tutti, unici antidoti contro ogni prepotenza e intolleranza”.

Tutti i bersagli dell’account meloniano

Nella campagna elettorale social di Atreju compaiono anche altri post, che prendono di mira diversi personaggi. Da Luciana Littizzetto (“Anche se lei ci rimane male, tu scrivi Giorgia”) a Lilli Gruber (“Mentana, ti capiamo. La Gruber indispettisce pure noi”), fino a Roberto Saviano, sbeffeggiato con una finta copertina di libro e sopra la scritta: “Gridalo, scrivi Giorgiaaaaa”.

Infine, la citazione del post del Pd contro Roberto Vannacci. I social media manager meloniani pubblicano una foto della premier, con gli occhi coperti da una banda nera e la scritta: “Ignorateci”, “se la nostra campagna social vi infastidisce”.

La solidarietà dell’Usigrai

Solidarietà ai giornalisti e giornaliste di Repubblica è stata espressa anche dall’Usigrai, il sindacato della Rai: “‘Fai piangere la redazione di Repubblica, scrivi Giorgia’, non appare né una frase ironica, né satirica, ma un invito alla violenza, in una campagna elettorale che il governo incentra sull’attacco alla libera informazione. Per questo, noi siamo al fianco di colleghe e colleghe attaccati solo perché ogni giorno provano a raccontare una realtà che qualcuno preferisce resti nell’ombra”, si legge nella nota dell’Usigrai.

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